La storia della Dakar affonda le sue radici nel 1977, quando il pilota francese Thierry Sabine, in sella alla sua moto, si perse nel deserto del Ténéré durante il Rally Abidjan-Nizza.
Questo incidente, per fortuna risolto positivamente, ispirò Sabine a concepire una gara che mettesse alla prova piloti e mezzi in uno degli ambienti più ostili del pianeta: il deserto africano.
“Creerò una gara per chi vuole scoprire l’avventura”. Con queste parole, Sabine sintetizzò lo spirito della corsa. L’obiettivo era unire la passione per i motori all’esplorazione di territori selvaggi.
La partenza della prima edizione (1979) fù da Place du Trocadéro a Parigi e l’arrivo a Dakar, in Senegal.
I partecipanti furono 170 tra auto e moto, molti dei quali totalmente impreparati alla durezza del Sahara.
I vincitori: Cyril Neveu si impose su moto (Yamaha) e Genestier/Terbiaut/Lormeau (Range Rover) tra le auto.
La filosofia iniziale, sintetizzata nel motto “Un incontro con se stessi”, si radicò nel tempo, trasformando la Dakar in un’avventura sportiva e umana, capace di attirare l’attenzione mondiale.
Con il passare degli anni, la fama della Dakar crebbe esponenzialmente. Tappe sempre più dure, partecipazioni di costruttori ufficiali e l’arrivo di fuoriclasse da ogni parte del mondo segnarono il decennio successivo alla fondazione.
Gli anni ‘80: la consacrazione
- 1982: Jacky Ickx, ex pilota di Formula 1, si aggiudicò la vittoria con una Mercedes 280 GE, contribuendo a rendere la Dakar popolare anche tra i non specialisti del fuoristrada.
- 1986: un anno tragico (approfondito nella prossima sezione), ma anche un’edizione con un alto numero di iscritti e l’entrata in scena di nuovi sponsor di rilievo.
I protagonisti: “Monsieur Dakar” e gli altri
- Stéphane Peterhansel: vincitore di ben 14 Dakar (6 in moto, 8 in auto), un record assoluto. Iniziò a dominare la scena motociclistica nei primi anni ‘90, affermandosi come una vera leggenda.
- Ari Vatanen: ex campione del mondo di rally (WRC), capace di imporre la sua classe anche sulle piste della Dakar con Peugeot 205 T16 e 405 T16.
- Hubert Auriol: soprannominato “l’Africain”, fu uno dei primi a vincere la Dakar sia in moto che in auto, segnando l’epoca dei grandi raid con BMW e Mitsubishi.
Edizioni iconiche
- 1988: 603 concorrenti al via, un numero altissimo per l’epoca. Fu l’anno di tanti ritiri illustri a causa delle sabbie del Ténéré.
- 1992: Parigi-Città del Capo, un percorso di oltre 12.000 chilometri attraverso l’intero continente africano, che segnò un record in termini di lunghezza e complessità logistica.
Questi anni posero le basi della “mistica” della Dakar, un mix di adrenalina, avventura e competizione estrema.
Le imprese eroiche della Dakar vanno di pari passo con eventi drammatici. Incidenti, morti e controversie sull’impatto ambientale e sociale hanno accompagnato la storia del rally sin dai primi anni.
La morte di Thierry Sabine (1986)
- Il fondatore della Dakar perse la vita in un incidente in elicottero durante la nona edizione. Con lui morirono anche il cantante francese Daniel Balavoine e alcuni membri dell’equipaggio.
- La gara proseguì comunque, in omaggio allo spirito che Sabine aveva creato.
Incidenti fatali tra i piloti
- Fabrizio Meoni: leggendario motociclista italiano, vinse la Dakar nel 2001 e nel 2002. Morì tragicamente nel 2005 a causa di una caduta in Mauritania.
- Moto vs Auto: diversi episodi di scontri e investimenti hanno portato a discussioni sulla sicurezza delle strade durante il rally e sull’efficacia del roadbook.
Controversie e impatto ambientale
- Il passaggio dei concorrenti in zone protette o abitate da popolazioni locali ha suscitato proteste da parte di organizzazioni ambientaliste e di tutela del territorio.
- Malgrado le crescenti critiche, gli organizzatori hanno introdotto misure di sicurezza (tracciati GPS controllati, velocità limitate in alcuni tratti) per ridurre i rischi.
Solidarietà e progetti umanitari
Molti team e sponsor, consapevoli delle problematiche legate al passaggio in aree povere, hanno affiancato alle attività sportive progetti umanitari (costruzione di pozzi, donazione di attrezzature mediche, ecc.).
Questi lati oscuri e controversi conferiscono alla Dakar un’aura di competizione estrema, in cui la passione per i motori si scontra con i limiti della natura e con tematiche di responsabilità sociale.
Dal continente africano al Sud America, fino all’approdo in Medio Oriente
La storia della Dakar subisce una svolta epocale nel 2008. A causa di alcune minacce terroristiche in Mauritania, gli organizzatori annullarono l’edizione per la prima volta. Nel 2009, si scelse di ricollocare la gara in Sud America, toccando Paesi come Argentina, Cile e in seguito Perù e Bolivia.
L’era sudamericana (2009-2019)
- Paesaggi e sfide diverse**: dalle Ande fino al deserto di Atacama e alle dune di Ica, i concorrenti si trovarono di fronte a un’ambientazione totalmente nuova, ma non meno ostica.
- Nuove leggende: piloti come Marc Coma, Cyril Despres (in moto) e Nani Roma (capace di vincere in moto e in auto) consolidarono i loro nomi tra i grandi della Dakar.
- Crescita di popolarità: il pubblico sudamericano accolse con entusiasmo la gara, trasformandola in un evento mediatico di enorme rilevanza.
Il trasferimento in Arabia Saudita (dal 2020 a oggi)
- Nuovi scenari: l’accordo con l’Arabia Saudita ha aperto le porte a paesaggi desertici ma anche montuosi, resi ancora più estremi da temperature elevate e logistiche complesse.
- Sfida tecnologica: costruttori come Audi hanno iniziato a sperimentare prototipi elettrificati, aprendo un nuovo capitolo nella storia dei rally raid.
La visione futura
- Con l’edizione 2025 alle porte, il trend sembra puntare verso una maggiore internazionalizzazione e un continuo aggiornamento tecnologico (roadbook digitali, monitoraggio satellitare, ecc.), nel tentativo di trovare il giusto equilibrio tra tradizione e innovazione.
Verso la Dakar 2025, passato e futuro si incontrano
La prossima edizione, che inizierà tra pochi giorni, si inserisce in una tradizione ultradecennale fatta di sfide epiche, grandi imprese e momenti drammatici. L’eredità di Thierry Sabine è ancora viva: la Dakar rimane un’avventura che mette alla prova non soltanto la velocità, ma anche il coraggio e la resistenza psico-fisica dei partecipanti.
- Il percorso in Arabia Saudita offrirà dune altissime, wadi rocciosi e condizioni climatiche estreme, ricordando in parte le sfide del Sahara che caratterizzarono la Dakar delle origini.
- Protagonisti 2025
Stéphane Peterhansel, Nasser Al-Attiyah, Carlos Sainz, Sébastien Loeb e molti altri grandi nomi si daranno battaglia nell’auto.
Tra le moto, l’eterna sfida tra KTM, Honda e Yamaha prosegue, con campioni come Kevin Benavides, Toby Price e Adrien Van Beveren. - Tendenze e innovazioni
Elettrificazione: molti i marchi che stanno testando tecnologie eco-friendly in un contesto estremo, cercando di abbattere emissioni e consumi, pur mantenendo prestazioni elevate.
Sicurezza: grazie a tracker GPS più evoluti, limiti di velocità e migliori attrezzature di protezione, si cerca di contenere il rischio di incidenti. - Il futuro della Dakar
Probabili nuove destinazioni geografiche: la gara potrebbe, nei prossimi anni, estendersi ad altre regioni del Medio Oriente o rientrare, almeno in parte, sul suolo africano.
Collaborazioni internazionali e copertura mediatica in streaming e sui social network, per avvicinare un pubblico sempre più vasto.
La Dakar è quindi una storia che si rinnova ogni anno, portando con sé un carico di passione, fatica e mito. Guardando all’edizione 2025, non possiamo fare a meno di ricordare gli eroi del passato e i sacrifici che hanno reso grande questa competizione, né di immaginare come sarà il futuro di una gara che non smette mai di evolversi.
Dall’intuizione di Thierry Sabine all’attuale scenario saudita, la Dakar ha attraversato decenni di imprese, drammi e innovazioni. Oggi come ieri, resta una sfida totale per gli amanti dei motori e dell’avventura, una competizione capace di far sognare gli appassionati di tutto il mondo. E con l’edizione 2025 ormai alle porte, il viaggio continua, sospinto dal vento caldo del deserto e da un’inesauribile sete di orizzonti inesplorati.
Articolo a cura di Tommaso Fatichi.
Nota: Le informazioni su team e piloti per l’edizione 2025 sono basate sulle indiscrezioni e sulle conferme ufficiali disponibili al momento della pubblicazione.